venerdì 4 aprile 2008

Supermarket Italia : elezioni 2008


Oggi una riflessione ( piuttosto schierata ) su quello che sarà la due giorni elettorale del prossimo 13-14 aprile.



Per farla breve, molte, troppe volte la politica di questo nostro Paese è stata una casta chiusa, sorda ed autoreferenziale, che ha solo pensato alla propria florida salute sociale ed economica, fregandosene ( esatto: fregandosene) dei problemi reali che quotidianamente, ogni Italiano deve affrontare.


Questo, in realtà, per quanto mi riguarda strettamente, non mi ha deluso; no.
Mi ha semplicemente fatto arrabbiare ed incattivire, ma anche vergognare.


Io sono cresciuto da un lato in un periodo storico che non si può definire certo moderato politicamente, a cavallo tra la caduta della Prima Repubblica e la nascita dei nuovi movimenti che hanno caratterizzato gli anni '90, fatti di "discese in campo", "secessionismo" nostrano e toni di voce esasperati per celare una povertà di contenuti che forse mai nella nostra Storia si era visto, da entrambi gli schieramenti; dall'altre parte, sono stato educato ai valori della resistenza, della lotta di classe, della giustizia etica, sociale e morale da parte della mia famiglia che ha vissuto i traumi di una guerra sulla propria pelle e che ha combattuto per fare in modo che noi tutti potessimo vivere in un mondo migliore.


Elementi che mancano nell'odierna società, che tende a dimenticare la propria Storia, in favore di una sempre crescente e radicata logica da supermarket, ovvero del profitto individuale.


La percezione che oggi ho da giovane uomo di media cultura, interessato ad ogni aspetto della vita nel proprio Paese, che tutte le mattine si sveglia per lavorare, per costruirsi un futuro e garantire un futuro alla sua futura famiglia con uno stipendio che nella migliore delle ipotesi basta a malapena per sè, combattendo silenziosamente le mille difficoltà che ognuno di noi incontra quotidianamente, è che purtroppo, in campo politico sia andata persa di vista quella che deve essere la reale funzione: la guida di una Nazione; ciò che mi fa vergognare maggiormente è quell'idea che va radicandosi pericolosamente ogni giorno di più, di cui si possono avere mille riscontri ogni attimo, per cui si tratti il discorso politico con una logica da multinazionale, ovvero che si celino dietro a tanti "prodotti di largo consumo" ( la casta politica al servizio dello Stato e del Cittadino ed i loro programmi), ragioni di mero profitto individuale ed individualista, che falsamente favoriscono lo sviluppo della Nazione intesa come Popolazione e che non contribuiscono in maniera reale al miglioramento ed alla ripresa.


Una sorta di Supermarket Italia, in cui sempre di più e, forse, inconsapevolmente, è stata smarrita la dimensione umana, la imprescindibile "misura d'uomo", che è sempre stata propria del nostro retaggio culturale e delle nostre radici.


Non voglio fare un discorso demagogico o qualunquista; molto più demagogico è chi afferma semplicemente e con leggerezza " a me della polita non frega nulla "; ma è mia ferma convinzione che in uno Stato che si professa democratico, che è stato teatro di importanti lotte sociali, culturali e morali, la mentalità corporativa debba essere quanto di più distante possa esserci dalla guida politica.


Ma ogni mattina, quando vedo il notiziario, leggo il quotidiano, controllo i siti-notizia in rete o parlo e mi confronto con le persone che incontro, mi rendo conto che quello in cui credo, e che molti credono insieme a me, non sia altro che una distante ed irrealizzabile utopia. Non per necessità; sopratutto per volontà.


In conclusione, voglio confessare che mi sento Italiano, sono orgoglioso di essere Italiano, tanto quanto lo sono di essere Europeo, e nonostante tutto, per il retaggio che mi è proprio, continuo a credere nella politica.


Una politica che sia meno casta e più umana, calata nel tessuto socio-culturale quotidiano, che possa essere in grado di dare una risposta a quelle che sono le reali urgenze e necessità e che sopratutto non si misuri solo in astratto con le questioni di interesse pubblico.

Una politica giusta, a misura d'uomo, una politica che possa davvero essere fonte di rinnovamento, in primo luogo di sè stessa, ritrovando la propria identità, fattà di equità, giustizia e moralità, e fonte di rinnovamento per un Paese che sta attraversando una fase di confusione, sconforto e crisi di identità critiche.


Il prossimo 13 e 14 aprile saranno giorni fondamentali per decidere delle nostre sorti; la mia scelta l'ho già operata, dopo profonde riflessioni e confronti, in quanto il voto è per me un diritto/dovere sacrosanto di ognuno di noi; voglio credere e sperare, per l'ennesima volta, che si può fare la differenza.


Andre.!




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