mercoledì 30 aprile 2008

Dark City

E come promesso, ecco una bella recensione su Dark City.
Lo dico subito, a scanso di equivoci: a me è piaciuto un botto.


L'apertura e la cornice sembrano quelle di noir anni 30, dove il cromatismo, costantemente virato al verde e grigio, è interpretato con una sensibilità che cerca di afferrare il bianco e nero di quelle pellicole e sopratutto lo stato d'animo di cui quel tipo di cinematografia era pervaso.



Rufus Sewel è il protagonista del racconto, che sembra non avere passato eppure ricorda una certa familiarità con i luoghi della città oscura che percorre.
Ma la Città Oscura continua a mutare di aspetto fisico e morfologico ad ogni scoccare della mezzanotte, quando tutti gli abitanti cadono in un sonno profondo dal quale si risveglieranno a mezzanotte e 1 senza notare questo strano fenomeno. Tutti tranne il protagonista, che vede i palazzi cambiare di forma ed aspetto sotto i suoi occhi.

E spesso anche le persone che vivono nella Città Oscura cambiano radicalmente; chi è povero si risveglia ricco, non avendo il minimo ricordo della loro vita precedente; chi si addormenta cantante si risveglia maschera di un cinema, come se avesse fatto quel lavoro per tutta la vita.

Il protagonista è braccato da queste figure avvolte in lunghi cappotti neri e cappello a tesa larga per non si sa quale motivo, che sembrano conoscere tutto di tutti e di cio' che appare incomprensibile; ha una moglie forse, o forse no, che ha il volto di una bellissima Jennifer Connely.


E' un assassino, ma forse anche no. Spetterà ad un detective, interpretato da William Hurt, e ad un dottore, martoriato nel corpo e nello spirito dagli stessi tizi in nero che inseguono il protagonista, probabilmente folle, che ha il ghigno di Kiefer Sutherland il compito di trovare la verità.

Esiste davvero un luogo chiamato Shell Beach lungo la costa della Città Oscura, nel quale il protagonista è cresciuto oppure no? O Shell Beach è qualcosa di completamente diverso ?

La Città Oscura è un dedalo in perenne mutamento in cui nessuno può ricordare quando è stata l'ultima volta che ha fatto qualcosa durante le ore del giorno. Ma è veramente una citta' la Dark City del titolo, o è qualcos'altro?

Tecnicamente il film, che ha tra gli sceneggiatori David Goyer che un paio di anni piu' tardi esploderà con la trilogia di "Blade", si può dividere in due parti: la costruzione dell'intreccio che è presente nella prima ora della pellicola, bella, disorientante, vertiginosa, visivamente innovativa e la risoluzione nell'ultima mezz'ora che purtroppo è la via più banale che si potesse scegliere per concludere il film; apprezzabile comunque se vista sotto un certo punto di vista, assolutamente deludente sotto un altro. Sta a chi lo vede, farsi una propria opinione.

La regia di Alex Proyas non si discosta molto dal buonissimo lavoro fatto in precedenza nella sua opera prima "Il Corvo", con dei tocchi davvero interessanti qua e la, che forse rasentano la genialità, spiazzando e sorprendendo lo spettatore. A mio parere è una regia migliore che non quella di "Io, Robot", il più recente film di Proyas a questo momento.


Il guru della critica cinematografica mondiale Ebert, lo annovera tra i 50 film più belli del secolo scorso, e personalmente condivido questa sua affermazione per vari motivi, ma non su tutta la linea.

Interessante è notare che questo film precede di un anno l'ultrafamoso e rivoluzionario "The Matrix", e quindi è il primo a trattare temi che sono simili ed assimilabili al lavoro dei fratelli Wachowsky che hanno fatto gridare al miracolo; alcuni set di Dark City addirittura sono stati riutilizzati proprio per il primo capitolo della cyber-trilogia.

Se fosse un fumetto, Dark City sarebbe sicuramente un'ottima riduzione ( almeno per quanto concerne la prima parte ) di "Mr.X", il fumetto di culto creato dal canadese Dean Motter negli anni 80, al quale è riconducibile per una certa estetica art decò e per il modo di sviluppare l'intreccio narrativo.

In conclusione, Dark City è un film straordinario, che nasconde sotto la superficie un complesso intreccio di tematiche metafisiche e filisofiche mascherate da racconto di fantascienza; da vedere assolutamente per chi non lo ha fatto, da rivedere periodicamente per chi già lo conosce.

Andre.!

P.s.: un consiglio: togliete l'audio all'introduzione e alzate solo quando vi è la prima scena di Sewel nella vasca da bagno; il senso del film cambia completamente!

martedì 29 aprile 2008

...finalmente!!!

Grazie alla Strepitosa Ester, finalmente dopo millenni potrò vedere questo film qui accanto!

Dark City di Alex Proyas! Sapete quando tutti vi parlano di una cosa e voi non riuscite a vederla nemmeno a pagare oro in lingotti ? Questo è uno di qui casi.

Lo sto inseguendo da quando è uscito, credo ormai 10 anni fa, ma per un motivo o per un altro, non sono mai riuscito a vederlo, nemmeno 10 secondi, i titoli di coda,un fotogramma....

L'ultima volta che sono stato in una videoteca, chiedendo se era possibile recuperarlo ( dato che fa parte dei fuori catalogo della Cecchi-Gori ), il tizio dietro il bancone quasi si è messo a ridermi in faccia, dicendomi con fare sarcastico che è in ristampa...se fosse stato Randal di Clercks, lo avrei potuto accettare, ma da un bifolco qualsiasi giammai!!

E stasera me lo pappo!!!!

Grazie milla Esterina!!! Sono in debito!

A presto per una recensione!

Andre.!

domenica 27 aprile 2008

Sulla mia tv tonite

Questa sera ho deciso di rivedermi questo film, giusto per stare sul leggero:
"Al di là della vita", riduzione di "Bringing out the dead", romanzo firmato da Joe Connely, dal quale Martin Scorsese insieme al fidato ed ottimo sceneggiatore Paul Schrader traggono questo l'adattamento datato 1999. Un Nicholas Cage mai così allucinato e bravo ed un Tom Sizemore mai così satanico ed altrettanto bravo, insieme ad uno stuolo di cavalli di razza tra i quali John Goodman, Ving Rhames e Patricia Arquette.
Stre-pi-to-so. STRE-PI-TO-SO!
Una fotografia pazzesca e una scelta cromatica che riesce a raffreddare anche i colori più caldi.

Consigliatissimo! Vedere e rivedere!!
Andre.!

Letture del (pre)weekend: BulletProof Monk

In uno scambio equo con un amico collezionista, venerdì sono rientrato in possesso di questo volumetto uscito qualche anno fa:
Bulletproof Monk, firmato da Mike Avon Oeming per i disegni e Robert Jones e Gotham Opra ai testi, uscita in U.S.A. alla fine degli anni 90 come miniserie di tre albi per la Image Comics, presentata nel nostro paese da Indiy Press verso il 2001, a ridosso della riduzione cinematografica tratta dal fumetto stesso( pessima ).

In due parole, gli unici motivi per cui vale la pena di possedere questo volume sono la grafica e la regia delle sequenze.

La storia del duo Jones/Opra è decisamente noiosa, i dialoghi sono davvero prevedibili e scontati, la struttura sfrutta tutta una serie di clichè molto anni 70 che alla lunga risultano fastidiosi.
I disegni di Oeming sono del periodo pre-Powers, molto legnosi e tutto sommato poco dinamici, ma sono graziati da una splendida regia e montaggio, con molti trucchi che poi vedranno il loro pieno sviluppo appunto in Powers.
Il colore curato dalla cricca WildStorm, non capisco se sia dovuto al tipo di carta su cui è stampato o che ma è bruttissimo, si ha l'impressione di essere colpiti da un pugno nell'occhio, e molto spesso va a ledere in alcune tavole la leggibilità del disegno.

Dato che la mia copia è sparita in non so quali circostanze appena dopo averla comprata all'uscita, mi sono ritrovato a leggere questo fumetto per la prima volta ( fuori tempo massimo, lo ammetto ) venerdì sera in macchina mentre aspettavo un paio di amici per una birra e sabato pomeriggio appena prima di partecipare ad una cena di famiglia, ma sinceramente, avrei anche potuto continuare a vivere benissimo senza averlo fatto; mettiamola così: mi ha permesso di occupare un paio d'ore morte tra un impegno e l'altro. Fine della funzionalità di questo fumetto.


Andre.!

Me,myself and I : Safari lunare - 10 anni dopo

Oggi, mentre mi dedicavo a completare uno dei mie quadri fatti per puro diletto personale, dall'hard disk del mio pc è stato selezionato questo brano metà anni 90 del duo elettronico francese Air.

Credo fosse dal loro primo album, "Moon Safari", lo stesso che conteneva le inflazionatissime "sexy boy" e " kelly watch the stars ".


Se non sbaglio questo è il terzo singolo, graziato dalla splendida voce di Beth Hirsch, estratto da quell'album di esordio:



All I Need

All I need is a little time,
To get behind this sun and cast my weight,
All I need is a peace of this mind,
Then I can celebrate.

All in all there's something to give,
All in all there's something to do,
All in all there's something to live,
With you ...

All I need is a little sign,
To get behind this sun and cast this weight of mine,
All I need is the place to find,
And there I'll celebrate.

All in all there's something to give,
All in all there's something to do,
All in all there's something to live,
With you ...


...chill-out, ambient, lounge, trip-hop...difficile catalogare il suono complesso e stratificato di questi due ragazzi francesi dall'aria così dimessa, massimi esponenti del cosidetto french-touch.
All'epoca addirittura si coniò un nuovo termine per inquadrarli : " easytronic musique ".

Bellissima comunque. Ti trascina fuori dal tempo e dallo spazio.
Peccato che gli album successivi non furono così rivoluzionari ed ispirati come questo debutto ( soundtrack de " Il giardino delle vergini suicide " escluso ), pur mantenendosi su livelli d'avanguardia difficilmente replicabili.


L'avevo dimenticata, Dio solo sa da quanto non riascoltavo quel cd, ed è stato bello ritrovarla oggi in questo frangente.


Andre.!

sabato 26 aprile 2008

Il vero meglio di Negative Burn



Appena finito di leggere questo volume che mi ha prestato un amico.

Una bella raccolta di short stories in b/n, realizzate da una larga fetta di autori indipendenti u.s.a....o che, perlomeno alcuni, lo erano negli anni '90.

Negative Burn era una antologia che usciva per la defunta Caliber Comics verso la metà dello scorso decennio, nelle cui pagine erano chiamati a cimentarsi in brevi storie di 6-8 pagine molti autori provenienti dal circuito indie, ma nella quale ogni tanto sbucavano nomi di un certo rilievo, a parte i soliti Moore e Gaiman, come Kevin O'Neil ( 2000AD, League of Extraordinary Gentelmen ), Brian Bolland ( Batman, Camelot 3000), Mike Wieringo ( Flash, Fantastic 4 ) e molti ancora.

La Caliber con questa sua rivista ha dimostrato di essere lungimirante e un po' folle con questo esperimento che molti davano per spacciato dopo i primi tre numeri, in un'industria che stava esplodendo ed implodendo alla veocità del suono.

Inutile dire che personalmente sento molto la mancanza oggi di editori di questo tipo.

La bellezza di queste storie stava nel fatto che erano completamente libere ed ogni autore cercava ed affrontava cose completamente diverse da quelle su cui era solito lavorare per le major Marvel o DC, riuscendo molte volte a mostrare un lato più personale e profondo, tanto nel disegno quanto nella scrittura.

Il presente volume raccoglie una parte di quel materiale ( molto piccola rispetto ai 50 numeri usciti tra il 94 ed il 99 ), che in molti casi nasconde delle vere e proprie gemme come ad esempio i contributi di Paul Pope, qui impegnato in storie quasi minimaliste molto lontane dal tono di Liquido Pesante o Crimini e Imbrogli; Bernie Mirault, artista canadese di culto, qui alle prese con una dolorosa rilettura del mito di Gaia; Michael Gaydos insieme a Paul Jenkins e Alan Moore, nei due racconti che aprono e chiudono il volume; il duo Macan e Bujcovicz con racconti di guerra e molti altri.

In definitiva, un volume molto interessante ed eterogeneo che merita di essere letto, forse non nella sua interezza ( confesso che un paio di racconti in prosa li ho saltati per noia ) ma sicuramente con occhio attento, che mostra come gli anni 90 non siano solo da ricordare per le splash page, le grosse tette e i denti digrignati. Se sia il " vero meglio di Negative Burn", non lo so, perchè dando un'occhiata alla serie originale, mi vengono in mente almeno un'altra ventina di storie ed autori che avrebbero meritato di stare nel volume ( a caso Bill Koeb, Brian Bendis, David Mack, Ray Lago... e molti altri ), comunque si tratta sempre di ottimo materiale, molto al di sopra della media contemporanea e del periodo.

Bello sarebbe vedere una ristampa integrale di questa favolosa antologia, ma qui forse stiamo parlando di una missione quasi impossibile dato il numero impressionante di autori coinvolti e la probabile conseguente difficoltà per i copyright. Sognare è comunque lecito =)

L'edizione italiana a cura della FreeBooks risale a tre anni fa ormai, ma dovrebbe ancora essere reperibile presso fumetterio o il loro sito web con una certa semplicità.

Andre.!

P.s.: dimenticavo. Il prezzo: 10 euro per un volumone di 200 e fischia pagine su una bella carta porosa e pesante; competitivo è dire poco.

lunedì 21 aprile 2008

Strani giorni

Sto rivedendo questo film, datato 1995...


...in 13 anni la realtà che ci circonda è inquietantemente diventata simile a quella descritta qui.

Siamo tutti come Lenny Nero.

Guardiamo la fine del mondo ridendo disperatamente.

E' solo un differente tipo di Apocalisse.

Andre.!

sabato 19 aprile 2008

Letture del Weekend : Queen & Country

E salutiamo il rientro su questi schermi dopo un po' di tempo del mio amicone di malefatte Franz!

E' bello riaverti qui fratellone! :)


Dunque da un po' di tempo a questa parte, chi segue questo spazio ( pochini a dire il vero :(...), avrà notato che sono in fissa con il fumetto di genere noir, e giusto per non smentirmi, segnalo questa nuova, emozionante e coinvolgente scoperta:






Queen & Country di Greg Rucka.


Si tratta di una serie di spionaggio creata all'inizio del 2000 per l'etichetta u.s.a. Oni Press, di stampo britannico, nel senso che tratta di una sezione dell'Intelligence di sua Maesta' che si occupa di risolvere crisi in teatri di guerra molto attuali.


La serie racconta dell'agente Tara Chase, operativa del controspionaggio inglese che entra in azione nel momento in cui la diplomazia e le parole non hanno più alcun effetto sulle situazioni di crisi; ad accompagnarla, il cast di comprimari è formato dalla divisione di agenti ed operatori che si muovono dietro le quinte come supporto alle missioni di Tara.


Il presupposto ed il tipo di struttura di base è per certi versi molto simile al serial " 24 ", dove Jack Bauer sta a Tara Chase come il CTU sta alla Sala Operativa, con la differenza che le missioni raccontate in Queen & Country risultano un po' piu' credibili.


Lo scrittore Greg Rucka proviene dalla crime fiction e si vede, sopratutto nello sviluppo dei personaggi, dei loro caratteri e della correlazione tra di essi, nonchè in una certa descrittività presente nelle sequenze più calme, ma riesce ad imbastire una solida trama che alterna momenti adrenalinici a lunghe scene di attesa in cui ci vengono forniti vari tasselli che grazie ad un lavoro di addizione vanno a creare uno scenario credibile ed avvincente, come già si poteva notare nella sua prima opera fumettistica, quel Whiteout in tandem con Steve Lieber che fece incetta di consensi critici e professionali sul finire degli anni '90.


La cosa che può maggiormente spiazzare chi si avvicina a questa serie è sicuramente il disegno in bianco e nero, curato da autori esordienti del circuito indie come Steve Rolston ( Pounded, Meck ), Bryan Hurt e Leandro Fernandez ( Tangled Web, Punisher ), che spesso appare ad una prima lettura piuttosto bamboleggiante e troppo underground; negli States critiche in questo senso sono state mosse più volte dai fan della serie, ma sulla lunga distanza questo tipo di approccio risulta funzionale come pochi altri, rendendo subito riconoscibile il prodotto e donandogli una autonoma identità, che spicca nel panorama di questo tipo di editoria non mainstream.


In Italia, Queen & Country dopo una falsa partenza con la tarda Lexy, è stata editata dalla sempre puntuale ed agguerrita Magic Press in tre volumi brossurati che raccolgono gli archi narrativi equivalenti al primo anno di storie della OniPress.


Peccato che la pubblicazione sia ad oggi ferma e che non si sappia nulla delle sorti di questa interessante serie.


Sarebbe auspicabile che, grazie al lavoro di Rucka in casa DC Comics come autore di punta della Batman Family ed al vociferato suo prossimo passaggio alle redini di Daredevil per la Marvel, Queen & Country possa nuovamente trovare una strada per il mercato italiano.


Andre.!

venerdì 18 aprile 2008

...SCUSATE L' ASSENZA...


Dopo mesi di latitanza eccomi tornato qui da voi, sentivate la mancanza?
Non credo, visto che il buon Andre vi ha intrattenuto fino ad ora, con spunti e riflessioni davvero interessanti!
Il mio ritorno è dettato  dall' ultimo post scritto su Antonio Cassano.
Ebbene si, io sono un tifoso accanito del calcio, faccio pure outing: sono un tifosissimo bianconero, e in generale dello sport; diciamo due passioni che  ricoprono una parte importante nella mia vita.
Il mio intervento non vuole essere una critica a nessuno solo una riflessione,da appassionato, su Cassano.
Mi ricordo ancora la prima volta che lo vidi giocare: Bari-Inter 2-1, fece un goal che dire spettacolare è offenderlo, un' azione degna di Maradona! Ero innamorato e lo sono tutt' ora del suo modo di intendere il calcio, puro genio!!!
Ora possiamo dire e pensare tutto ciò che vogliamo sul suo conto, ma sicuramente il suo talento è qualcosa che trascende il puro sport.
E mi trovate d' accordo sul fatto che chi ha un talento così puro non può sprecarlo in questo modo idiota, comportandosi come un bambino di tre anni quando invece dovrebbe dimostrarsi uomo sul campo e nella vita!
Ma lo spunto su cui voglio riflettere è un altro...
Se il calcio deve essere inteso come show business, allora dovete ricredervi su Antonio, perchè incarna tutto ciò che rende famoso un personaggio dello star system: arrogante, capriccioso, melodrammatico e pieno di talento, paragonabile ad una star del Grande Fratello, o di Amici, o di X-factor, o di qualsiasi programma voi vogliate. Nessuno allora dovrebbe lamentarsi; la Tv di oggi vive di questi personaggi, e Antonio incarna la quintessenza del reality-show!
Ma non abbiamo il televoto nel calcio, e nemmeno il confessionale...
Se invece, il calcio viene inteso come sport, come un insieme di gesti atletici volti a formare una prestazione agonistica ( come spesso l' ex ministro Melandri lo ha definito ); bhe allora abbiamo sbagliato tutti nel giudicare il giocatore Antonio! Il suo valore, dicevo, è indiscutibile; spesso le squadre si rivolgono ai mercati esteri alla ricerca dei fuoriclasse, dimenticandosi quelli nostrani, ma se se ne accorgono non sempre è un fatto positivo. Il vero problema si ha quando il calcio, lo sport calcio, si fonde con il calcio show-business: una catastrofe....
Succede che un ragazzo di 18 anni, talentuoso, un fenomenoche gioca in una squadra di provincia, non un grande club, viene notato invece da una grande squadra: inizia a guadagnare cifre pazzesche, si sceglie i riferimenti sbagliati, inizia a credersi un dio...la fine che può fare è una sola...gettare alle ortiche tutto!
Allora, dove voglio arrivare? Non assolvo Cassano per le sue cassanate, alla fine è un adulto capace di intendere e di volere e prima o poi dovrà prendersi le sue responsabilità; credo solo che il sistema calcio sia un cannibale, un buco nero che ingoia tutto e tutti; credo che chi non è abbastanza forte per resistergli ne viene triturato, sminuzzato, non gli sopravvive!
Non è possibile rovinarsi la vita per una palla, nessuno dovrebbe ridursi così per l' intrattenimento domenicale degli italiani.
No non è retorica è solo la mia verità.
Il problema non è Cassano, il problema è il calcio!
E purtroppo lo dice uno che ogni domenica tifa la sua squadra illudendosi ancora della genuinità di questo "sport".
Fra.
P.S: provate a pensare ad Antonio mentre dribla tre avversari e insacca la palla in rete, dimenticatevi tutto il resto!

giovedì 17 aprile 2008

RaiTre : Sfide tonite



Ho deciso di cambiare in corsa il post di stasera perchè mi sono imbattuto in questo programma sportivo di RaiTre che oggi si occupa della vita di Antonio Cassano.

Premetto che sono appassionato di calcio, nel senso che amo le belle partite, qualunque squadra giochi; l'importante è che siano vive, combattute ed emozionanti...ok, ci sono però due eccezioni, lo ammetto: simpatizzo particolarmente per la Vecchia Signora Zebrata ( retaggio di famiglia che arriva dai miei nonni materni ) e non sopporto, ma profondamente, i Rossoneri ( trooooppooooo menosi )...ma non divaghiamo!!!

E' allucinante; questo tizio ha dei seri, ma davvero seri problemi.

Vedendo i filmati di repertorio delle sue "cassanate", inframmezati dalla sua intervista, si evince che questo ometto è forse uno dei più sopravalutati calciatori che oggi ci sono in giro ( e data la condizione del calcio odierno, è tutto un dire...). Voglio dire, in 10 anni di attività cosa ha concluso? Una media di due anni prima di essere mandato a stendere da ogni club nazionale o internazionale in cui abbia militato, che è disposto pure a pagare purchè se ne vada via il più velocemente possibile ( vedi Real Madrid) e scenate isteriche da "bamboccione", con annessi rotolamenti al suolo e battito di pugni, che manco il bambino puzzone del piano di sopra faceva quando era in fasce.

E poi vogliamo aggiungere il compiacimento della sua butterata faccia mentre parlava delle stronzate che ha combinato? Oè oè! Questo qui crede di essere una rock star! ( problema tipico del secolo XXI " tutti vogliono essere trattati da fottute rock star" ).

E noi, che tra poco saremo impegnati in un Campionato Europeo non proprio semplicissimo, dovremmo portarcelo appresso quasi come salvatore della patria?

Ma per favore.

Andre.!

martedì 15 aprile 2008

14/04/2008: a volte ritornano...


...e non voglio aggiungere altro.


Andre.!

domenica 13 aprile 2008

Letture del weekend : Sleeper

Sempre grazie al buon Franz, mi sono deciso a recuperare questa maxiserie noir del dinamico due Brubaker - Phillips, uscita nei primi anni del 2000 per la WildStorm, durante il periodo in cui la casa editrice americana stava progettando la sottoetichetta mature readers Eyes of the Storm, sulla scia del buon successo delle testate Authority e Planetary di Warren Ellis; l'operazione durò purtroppo poco, in seguito all'11 settembre 2001 ed alle conseguenze che tutto il mondo conosce, ma qualcosa sopravisse e giuse a conclusione; tra queste, appunto l'ottima Sleeper.


Sleeper narra la storia di Holden Carver, agente infiltrato in un'organizzazione metaumana malavitosa, che rimane tagliato fuori nel momento in cui il suo mandante John Lynch ( lo stesso di Gen 13 ), l'unico che sa della sua esistenza, cade in coma.

Holden è solo e lotta affinchè non venga alla luce la sua vera identità, nella speranza di riuscire a trovare un modo per uscire dall'organizzazione e tornare ad una vita normale. Possibilmente vivo.

Ed Brubaker si conferma un ottimo sceneggiatore noir, che conosce la materia di cui scrive con una padronanza davvero sorprendente; ottimi colpi di scena si susseguono in un racconto che vive sempre sul filo del flashback tra la vera identità di Carver e il personaggio che sta interpretando, come nella migliore tradizione dei procedural televisivi Law and Order e NYPDBlue. Riesce inoltre a creare un climax tale da far immedesimare il lettore nei panni del protagonista quasi da sentirne le emozioni e gli stati d'animo.

Sean Phillips è efficace come sempre, con il tratto realistico e scuro che lo contaddistingue, e mette in scena un mondo davvero corrotto, marcio e decadente come mai è stato possibile vedere nell'universo WildStorm, anche quando la colorazione spesso mal gestita ammazza il suo disegno.

Degno di nota anche il prologo di questa serie, sceneggiato sempre da Brubaker e costituito dalla miniserie di 5 intitolata Point Blank, che introduce il personaggio di Holden Carver e raffigura il vecchio componente dei WildCats Grifter per la prima e forse unica volta in maniera credibile: un figlio di puttana non così brillante, dal grilletto facile e con un intuito investigativo che spesso fa acqua.

In questo caso, la parte grafica è affidata a Colin Wilson, autore neozelandese ma naturalizzato francese che ha ricoperto in passato l'incarico gravoso di sostituire Moebius su Blueberry; e si vede. Piacevole il suo tratto, così strano per chi è abituato allo standard americano, che risulta un valore aggiunto non indifferente a questa storia conferendole un sapore molto europeo, in cui si mescolano le prodezze grafiche di Jean Giraud e la dinamicità di Olivier Vatine.

Senza dubbio si tratta di ottimo materiale, forse tra i migliori che la casa editrice di Jim Lee ha proposto dal post 11 settembre ad oggi, nonchè una delle serie migliori sceneggiate da Brubaker.

In Italia, Sleeper è uscito tra il 2006 ed il 2007 in una serie di cinque volume per Magic Press, in cui quelli da 1 a 4 raccolgono tutti i 24 episodi di Brubacker e Phillips ( Sleeper season 1- Sleeper season 2 ), mentre il volume 0 raccoglie la miniserie Point Blank ad opera di Brubaker e Wilson, che costituisce l'antefatto.

Un ottima lettura per le sere uggiose di questo periodo!

Andre.!

Il cinema di Kevin Smith: Chasing Amy

E continuiamo anche in questo fine settimana elettorale l'aggiornamento di questo spazio.

Nel tempo libero ( sera, notte ) ho deciso di farmi un viaggione fino in New Jersey, per ritrovare i personaggi di Kevin Smith prima che si tramutasse in sceneggiatore di fumetti a tempo pieno, si puo' dire;


Clerks, Mallratz, Dogma, Jersey girl e...




...CHASING AMY , meglio noto come IN CERCA DI AMY, capitolo conclusivo datato 1997 della " Trilogia del New Jersey" ( Clerks del 1993, Mallratz -tradotto con un improbabile Generazione X qui da noi- del 1995 ed appunto Chasing Amy del 1997.)


Dunque chi bazzica il mondo dei comics americani, conosce sicuramente sia Kevin Smith che i suoi film, sopratutto forse per i due personaggi ricorrenti e mascalzoni Jay e Silent Bob; non ho voglia di disquisire sul valore artistico di questi lungometraggi perchè essendo materiale vecchiotto, se ne sono dette molte di cose in merito, ma quel che mi preme sottolineare è quanto il film qui sopra, che vanta anche le comparse di comicbook artist come Mike Allred, che fornisce anche l'artwork presente lungo tutta la pellicola, e Quesada e Palmiotti, sia sempre una botta mica ridere ogni volta che lo vedo.


La storia in breve: Holden ( Ben Affleck ) è un autore di fumetti indie insieme al suo amico e collega Banky ( Jason Lee ) che sta vivendo un momento di grande successo grazie al loro fumetto Bluntman & Chronic, basato sulle avventure degli strafattoni Jay e Silent Bob; Alyssa ( Joey Laurel Adams ) è anche lei una autrice di fumetti che farà perdere la testa a Holden con grande gelosia e disappunto di Banky.


Dettaglio importante: Alyssa è lesbica.


Detta così suona abbastanza ridicolo, ma la situazione diventa davvero pesante quando si ascolta il dialogo tra Alyssa e Holden in cui ci viene spiegato perchè l'amore, di fatto, ha una forma strana e il più delle volte incomprensibile.


Non ricordo molti altri film che parlano di un argomento simile con una tale schiettezza e sincerità, benchè mediata dalla lente della commedia, e mi domando perchè in Italia non si abbia una versione reperibile in dvd di questo terzo lavoro di Smith, che chiude idealmente la sua trilogia d'esordio incentrata sul New Jersey ( in realtà solo Mallratz è reperibile in dvd, che è il suo film più debole, mentre Clerks uscì nel 1995 in vhs per ElleU Multimedia).


Da recuperare e vedere se non lo si conosce; non per tutti i palati, ma ne vale la pena.


Andre.!


sabato 12 aprile 2008

Vin Diesel è Riddick animato


Dunque, dico subito che tra Pitch Black e Chronicles of Riddick sicuramente mi è piaciuto di più per tensione e struttura narrativa - pre-finalino a sorpresa davvero prevedibile a parte - il primo, mentre del secondo ho apprezzato sopratutto la messa in scena e la cura per l'immagine - compreso il finale ed alcuni nodi lasciati in sospeso, che a molti fanno storcere il naso.

Premessa fatta, cosa posso dire di Riddick: Dark Fury ?

Non so davvero che pensare, nel senso che per essere un elemento ( pretesto ) di raccordo tra i due film, assolve la sua funzione anche se non completamente; come cortometraggio animato a sè stante, mi sembra un esercizio di stile nato per sfruttare al massimo l'hype per il lancio di Chronicles of Riddick e basta, non aggiungendo niente all'universo narrativo che lo spettatore conosce già.

Tecnicamente, è discontinuo: la prima parte fa un massiccio uso di cgi che oggi sembra un poco datata ( il film è del 2004 ), la parte finale è estremamente sbrigativa ed affrettata, mentre nella parte centrale, durante la scena chiave si nota un fastidiosissimo cambio di stile nel disegno e nell'animazione ( questo segmento è quello curato direttamente da Peter Chung; infatti risultano evidenti i debiti ed i paragoni ad Aeon Flux ed alcuni passaggi di Alexander ).

Nel complesso bella la regia ed alcuni movimenti di macchina interessanti, ma a conti fatti, un prodotto abbastanza trascurabile nel campo dell'animazione home video.

Vedremo mai il terzo capitolo di cui si vociferava fino a qualche anno fa in rete?

Andre.!

Panini 100% : Criminal

...questo bellissimo lavoro del duo Brubaker-Phillips!

Complice il mio socio Franz che ha una passione assolutamente pura per il lavoro di Sean Phillips; lo abbiamo preso insieme in un comics shop qualche settimana fa, ma io l'ho tralasciato un attimo per questioni di budget.

L'ho recuperato ora e devo dire che è davvero un grande racconto noir!

Belli i disegni, così graffiati e oscuri, opera di un Phillips in ottima forma come non lo si vedeva dai tempi della prima Vertigo, e altrettanto intrigante la sceneggiatura di Ed Brubaker, che imbastisce con lucida freddezza il racconto di un colpo milionario che è destinato ad andare in vacca fin dall'inizio...ma non per le ragioni che uno si potrebbe aspettare.

Duro, crudo e crudele sotto molti aspetti, questo volumetto che raccoglie la prima miniserie di 5 numeri americana , uscita per la sottoetichetta Icon della Marvel, edito da Panini Comics nella collana 100% si è rivelato un ottimo, ma davvero ottimo racconto di genere, come non se ne vedono spesso in giro ultimamente.

Scordatevi il Brubaker di X-Men! Qui siamo davvero su un altro livello, e lo stesso si può tranquillamente dire per Sean Phillips!

Grazie Franz per questa dritta assoluta!!!

Andre.!

Dante Hicks at Quick Stop in New Jersey



Dato che sono assente da qui da una cifra di tempo, oggi aggiorno un po' di cose, tipo...

domenica 6 aprile 2008

Charlton Heston scompare oggi.

Apprendo dal notiziario di metà giornata che è morto oggi Charlton Heston.
Amavo la sua recitazione ed il suo essere granitico davati alla telecamera, mentre trovavo un pò controversa la sua militanza nel senso che non riesco a capire come un fervente sostenitore dei diritti civili durante gli anni '60, che si è schierato con persone come King e JFK, possa negli anni '80 diventare sostenitore di Reagan e dell'industria delle armi.
Mi piace ricordarlo come nell'immagine qui sopra, eroe energico ma crepuscolare allo stesso tempo nel "Pianeta delle Scimmie, uno di quei vecchi film di fantascienza che tanto mi emozionavano nell' infanzia, quando ancora non badavo troppo alla metafora politica e sociale che essi rappresentavano...oggi il sottotesto invece salta immediatamente agli occhi.
"...e tu, ragazzo, bravo! Continua a tenere alta la bandiera del malcontento! "
(Charlton Heston, "Il Pianeta delle scimmie", 1968 ).
Andre.!


sabato 5 aprile 2008

Letture del week-end : Nextwave

Oggi ho letto tutto d'un fiato i due volumi 100% Marvel Italia dedicati a questi personaggi...e sto ancora ridendo a crepapelle!!!

Nextwave è una maxi serie di 12 numeri uscita negli Stati Uniti tra il 2006 e 2007 firmata da un Warren Ellis in forma smagliante per i testi e da uno Stuart Immonen mai così europeo, che racconta le gesta di un manipolo di eroi di secondo piano che vengono reclutati dalla Beyond Corporation come super squadra di difesa segreta, che in seguito fugge ed affronta l'organizazione di intelligence della stessa corporation denominata H.A.T.E, guidata da una versione psicotica e squinternata di Nick Fury che risponde al nome di Dirk Anger.

E' un'opera divertentissima e surreale, che gioca con 50 anni di storia Marvel in maniera provocatoria e ridicola, graziata da un lavoro molto ispirato e divertito da parte di Warren Ellis, che caratterizza superumani psicotici ed isterici, rendendoli molto umani negli atteggiamenti e comportamenti con un susseguirsi fulminante di gag visive e lessicali come raramente si è visto fare nei fumetti moderni, sopratutto della Casa delle Idee;


Stuart Immonen ai disegni si discosta nettamente dalle influenze della scuola Adam Huges ancora più che nella sua run sulle testate Ultimate, adottando un tratto quasi di scuola francese, che dona una dinamicità stupenda alle figure, mantenedo una cura per il dettaglio e la composizione della pagina davvero ricca e funzionale, producendosi in spassose sequenze che rendono omaggio a gradi artisti come Mignola, Kirby, Neal Adams con una naturalezza invidiabile; strardinario poi il lavoro di caratterizzazione espressiva e mimica che applica ai personaggi, riuscendo con pochi tratti essenziali a renderli subito vivi e costantemente sopra alle righe.

Nota di merito anche al colorista Dave McCaig, che si tiene ben lontano dalla moda iperrelista in voga oltreoceano da quasi un decennio,utilizzando toni caldi, avvolgenti per creare un lavoro davvero coinvolgente, che riesce a valorizzare sia i vari episodi singolarmente che le matite di Immonen nell'insieme, preferendo l'applicazione di colori piatti che interagiscono tra loro in trasparenza creando un bella atmosfera pop.



Tra cyborg assassini, robot giapponesi, koala carnivori, cloni di M.o.d.o.k e tirannosauri rossi in doppiopetto, le avventure di Nextwave sono una delle cose migliori prodotte dalla Marvel negli ultimi 10 anni, paragonabili per certi aspetti ed intenti alla Justice League anni '80 di Giffen-DeMatteis-Maguire di casa D.C. e rappresenta un bell'esperimento su come i comics possono uscire dal filone depressionista in cui vivono dagli anni '90.
Speriamo di averne ancora al più presto!
Andre.!




venerdì 4 aprile 2008

Supermarket Italia : elezioni 2008


Oggi una riflessione ( piuttosto schierata ) su quello che sarà la due giorni elettorale del prossimo 13-14 aprile.



Per farla breve, molte, troppe volte la politica di questo nostro Paese è stata una casta chiusa, sorda ed autoreferenziale, che ha solo pensato alla propria florida salute sociale ed economica, fregandosene ( esatto: fregandosene) dei problemi reali che quotidianamente, ogni Italiano deve affrontare.


Questo, in realtà, per quanto mi riguarda strettamente, non mi ha deluso; no.
Mi ha semplicemente fatto arrabbiare ed incattivire, ma anche vergognare.


Io sono cresciuto da un lato in un periodo storico che non si può definire certo moderato politicamente, a cavallo tra la caduta della Prima Repubblica e la nascita dei nuovi movimenti che hanno caratterizzato gli anni '90, fatti di "discese in campo", "secessionismo" nostrano e toni di voce esasperati per celare una povertà di contenuti che forse mai nella nostra Storia si era visto, da entrambi gli schieramenti; dall'altre parte, sono stato educato ai valori della resistenza, della lotta di classe, della giustizia etica, sociale e morale da parte della mia famiglia che ha vissuto i traumi di una guerra sulla propria pelle e che ha combattuto per fare in modo che noi tutti potessimo vivere in un mondo migliore.


Elementi che mancano nell'odierna società, che tende a dimenticare la propria Storia, in favore di una sempre crescente e radicata logica da supermarket, ovvero del profitto individuale.


La percezione che oggi ho da giovane uomo di media cultura, interessato ad ogni aspetto della vita nel proprio Paese, che tutte le mattine si sveglia per lavorare, per costruirsi un futuro e garantire un futuro alla sua futura famiglia con uno stipendio che nella migliore delle ipotesi basta a malapena per sè, combattendo silenziosamente le mille difficoltà che ognuno di noi incontra quotidianamente, è che purtroppo, in campo politico sia andata persa di vista quella che deve essere la reale funzione: la guida di una Nazione; ciò che mi fa vergognare maggiormente è quell'idea che va radicandosi pericolosamente ogni giorno di più, di cui si possono avere mille riscontri ogni attimo, per cui si tratti il discorso politico con una logica da multinazionale, ovvero che si celino dietro a tanti "prodotti di largo consumo" ( la casta politica al servizio dello Stato e del Cittadino ed i loro programmi), ragioni di mero profitto individuale ed individualista, che falsamente favoriscono lo sviluppo della Nazione intesa come Popolazione e che non contribuiscono in maniera reale al miglioramento ed alla ripresa.


Una sorta di Supermarket Italia, in cui sempre di più e, forse, inconsapevolmente, è stata smarrita la dimensione umana, la imprescindibile "misura d'uomo", che è sempre stata propria del nostro retaggio culturale e delle nostre radici.


Non voglio fare un discorso demagogico o qualunquista; molto più demagogico è chi afferma semplicemente e con leggerezza " a me della polita non frega nulla "; ma è mia ferma convinzione che in uno Stato che si professa democratico, che è stato teatro di importanti lotte sociali, culturali e morali, la mentalità corporativa debba essere quanto di più distante possa esserci dalla guida politica.


Ma ogni mattina, quando vedo il notiziario, leggo il quotidiano, controllo i siti-notizia in rete o parlo e mi confronto con le persone che incontro, mi rendo conto che quello in cui credo, e che molti credono insieme a me, non sia altro che una distante ed irrealizzabile utopia. Non per necessità; sopratutto per volontà.


In conclusione, voglio confessare che mi sento Italiano, sono orgoglioso di essere Italiano, tanto quanto lo sono di essere Europeo, e nonostante tutto, per il retaggio che mi è proprio, continuo a credere nella politica.


Una politica che sia meno casta e più umana, calata nel tessuto socio-culturale quotidiano, che possa essere in grado di dare una risposta a quelle che sono le reali urgenze e necessità e che sopratutto non si misuri solo in astratto con le questioni di interesse pubblico.

Una politica giusta, a misura d'uomo, una politica che possa davvero essere fonte di rinnovamento, in primo luogo di sè stessa, ritrovando la propria identità, fattà di equità, giustizia e moralità, e fonte di rinnovamento per un Paese che sta attraversando una fase di confusione, sconforto e crisi di identità critiche.


Il prossimo 13 e 14 aprile saranno giorni fondamentali per decidere delle nostre sorti; la mia scelta l'ho già operata, dopo profonde riflessioni e confronti, in quanto il voto è per me un diritto/dovere sacrosanto di ognuno di noi; voglio credere e sperare, per l'ennesima volta, che si può fare la differenza.


Andre.!




mercoledì 2 aprile 2008

Jim Mooney : un ricordo personale.

Jim Mooney ci ha lasciato lo scorso 30 marzo dopo una lunga malattia.



Artista americano dal tratto estremamente classico, e da molti sottovalutato per questo, Jim Mooney è stato protagonista di quasi tre generazioni di fumetti u.s.a., lavorando sopratutto per le due grandi major Marvel e D.C.; dagli inizi come ghost artist sul Batman di Bob Kane durante la " golden age ", passando alla cura del personaggio di Supergirl, che porterà avanti per quasi 10 anni definendone il canone artistico e la co-creazione insieme a Steve Gerber del personaggio cult " Omega the Unknow " durante la " silver age", fino al lavoro di disegnatore ed inchiostratore per Amazing Spiderman su matite di Romita sr. e dei fratelli Buscema nel corso della " bronze age ".

Memore dell'importanza del suo lavoro, Alan Moore lo vorrà con sè durante gli anni '90 nella sua gestione di Supreme per la Image/Awesome, in qualità di back-up artist per le storie legate a Suprema, sorella di Supreme, pagando così un tributo all'importanza del suo lavoro su Supergirl.

Il ricordo personale affonda nei primi numeri dell'Uomo Ragno ed. Star Comics, nel quale molte sue storie verranno presentate nei primi due anni di vita della testata, che segnò il mio ritorno ai supereroi in età della ragione, dopo i tardi albetti Corno nell'infanzia degli anni '80.


A dispetto di quello che spesso si pensa, Mooney è stato uno degli artisti più affidabili e prolifici della storia del fumetto americano, che per il suo tratto classico, pesante e spesso molte volte è stato criticato ingiustamente.

I suoi lavori in Italia si possono trovare sopratutto nelle varie testate di super eroi della Corno, sugli albi ragneschi della Star Comics e nelle numerose ristampe di materiale anni 70, legate all'Uomo Ragno di Marvel Italia/Panini Comics, mentre le back-up di Supreme possono essere reperite sui volumi dedicati al personaggio editi da Lexy e Freebooks.

Ciao Vecchio Jim, e grazie per i mie primi ricordi da lettore consapevole di fumetti americani.

Andre.!

Aeon Flux: tutti figli di Heavy Metal Hurlant


Ieri notte complice in poco sonno, ho deciso di vedere finalmente questo cofanetto che giaceva da un paio di mesi sul mio scaffale.

STREPITOSO.

Non ricordavo molto bene Aeon Flux da quello che mandava in onda MTv una qundicina di anni fa nel contenitore " Mtv Oddities ", perchè la sua programmazione procedeva a singhiozzo e non sempre avevo modo di seguirlo; conoscevo le sembianze dell'eroina e dei suoi comprimari, ricordavo che le avventure erano bizzarre avventure di fantascienza e sopratutto non ero troppo avvezzo a quel tipo di animazione, così ruvida e per certi versi sgraziata.

Rivisto oggi, non posso che ritrovarmi ad amarlo alla follia proprio per tutti questi motivi, e molti di più.

Il disegno, l'ambientazione, le tematiche sembravo arrivare dritte dalle pagine di Heavy Metal o Metal Urlant, una strana via di mezzo tra Moebius, Bilal e Druillet e la narrativa pre-cyberpunk americana che di li ( 1991 ) a poco sarebbe stata riscoperta massiciamente anche dal cinema.

Tecnicamente, preferisco i primi 5 episodi ( sui 10 totali ), che sono interamente realizzati dal creatore Peter Chung ( Alexander, Animatrix ), dove il segno è teso, nervoso, sporco; non mancano alcune gemme anche nella seconda parte, curate dai collaboratori di Chung, in cui il debito visivo e narrativo con la scuola francese è se possibile ancora più marcato.

I corti ed il pilota poi, contenuti nel terzo disco, sono davvero bellissimi, con un tratto che se possibile è ancora più grezzo che i primi 5 episodi, ed hanno una velocità di fruizione estremamente dilatata, benchè siano prettamente scene di azione senza dialoghi accompagnate solo dalla soundtrack "psicotronica", che lascia stupefatti. E come valore aggiunto, molti di essi sono giocati con estrema ironia, in netto contrappunto alla serie ufficiale!

Peccato che il blockbuster hollywoodiano prodotto nel 2005 con la gnocca di turno ( Charlize Theron ), non sia nemmeno paragonabile alla serie animata.

Aeon Flux Complete Animated Collection boxset: ne vale davvero la pena, gente!

Andre.!

martedì 1 aprile 2008

La fine di una relazione.

...alla fine mi sono arreso all'evidenza: questa mattina 01/04/2008 alle ore 10.45, dopo oltre 21 anni di strenua resistenza tra cambi di formato, editori, prezzo, personaggi ed autori ho abdicato al mio ruolo di collezionista di testate mutanti.


Addio, miei cari X-Men ed affini.


E' stata una lunga ed importante relazione, nella quale siamo cresciuti e cambiati insieme attraverso gli anni, ma ormai siamo degli estranei e non si può più fingere che vada tutto bene.



L'affetto c'è stato, c'è e rimarrà.

Ma l'amore e la passione sono un'altra cosa.


Forse, un domani, chissà...


Andre.!