sabato 31 maggio 2008

Claremont e Bolton : Classic X-Men negli anni '80.

A volte, quando una relazione durata un tot di tempo finisce, puo' capitare che dopo un po' si passino in rassegna le poche cose che abbiamo deciso di comunque tenere, scoprendo a volte anche qualche perla che si era dimenticata.
Come in questo caso.

Nel corso di questa settimana, mi sono ricapitati per le mani i tre volumi Marvel Italia dedicati agli episodi brevi di Classic X-Men firmati negli anni '80 dal duo Claremont - Bolton.
Sono per la maggior parte racconti che incastrano ed approfondiscono aspetti psicologici o episodi che non hanno trovato spazio nella precedente edizione seriale delle avventure degli Uomini X e dei loro nemici come Magneto o il Club Infernale durante le grandi saghe degli anni '80.


Si tratta di matriale davvero stupendo, lirico, delicato, incisivo sia sotto il profilo testuale che grafico, che nel corso degli anni abbiamo visto sbucare un po' ovunque sulle testate della Star Comics e che poi Marvel Italia ha raccolto cronologicamente in tre volumi a tiratura limitata circa 10 anni fa " X-Men: the John Bolton Collection ".

John Bolton è una gioia per gli occhi ancora oggi, con quelle chine così accennate, con cui il superumano riesce ad avere una straordinaria grazia tutta umana anche nelle scene ( poche ) di scontro furibondo, ad esempio quelle che riguardano gli episodi di Wolverine; il registro cambia totalmente quando si affrontano personaggi come la Jean Grey appena trasformanta in Fenice, nei cui episodi si nota una regia barocca fatta di silenzi ed attese o ancora un dolore estenuante negli episodi che trattano il passato di Magneto. Una serie di piccole perle che vanno a costituire un capolavoro visivo forse non più eguagliato nel tempo.

Rileggendoli a spizzichi e bocconi, mi sono reso conto di quanto i miei gusti si siano evoluti con l'eta', tanto che la prosa di Claremont che da ragazzino mi faceva letteralmente incantare per la sua complessità ed articolazione, facendomi decidere che in futuro mi sarebbe interessato affrontare questo mondo a quattro colori in maniera piu' seria, oggi fatico davvero non poco a leggere le sue didascalie e lunghe disertazione dei personaggi senza rischiare di trovarli verbosi e qualche volta eccessivi.

Era davvero un altro mondo ed un altro modo di scrivere fumetti quello degli anni '80 di cui oggi forse non rimane traccia o che rischia di risultare noiosa ai piu'.

Ma a dirla tutta, anche se oggi farei una fatica mostruosa a non addormentarmi dopo poche pagine di quel genere, riconosco di subirne ancora la seduzione ed il fascino quasi come la prima volta.

Andre.!

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