

DEADNATION è il fumetto con il quale Franz ed Io esordiamo in libreria, dopo una gestazione di oltre un anno e mezzo; 80 pagine a colori di fantascienza tutte da scoprire che vi terranno incollati alla poltrona!
Ecco il link ufficiale della casa editrice su cui consultare il catalogo dedicato alla nuova collana:
http://www.edizionibd.it/italians_promo.pdf
In alternativa, consultate il numero 205 ( settembre 2008 ) del catalogo Anteprima, dove troverete in allegato l'anteprima della nuova collana "Italians Do It Better", nonchè una preview di 3 pagine di DEADNATION.
ANNUNCIO 2 :
E sempre sul numero 205 di Anteprima, date un'occhiata alle pagine riservate a Panini Comics per trovare l'albo dedicato al Lucca Project Contest 2007 contenente una preview di 6 pagine di ALIVE - RESURRECTION BOULEVARD, nostro lavoro che ha partecipato alla gara lucchese dello scorso anno.
Anche questo albo sarà disponibile in anteprima a LuccaComics il prossimo novembre.
Andre.!&Franz
E' girato con una tensione dell'immagine e dell'angolo di ripresa che oggi un regista si sogna, perchè riesce a conferire un vibrazione ed una suspance davvero notevole solamente inclinando in asse di ripresa o usando un'ombra espressionista proiettata su un muro che sembra presa direttamente dal maestro Murnau. Un meccanismo di costruzione della sceneggiatura che risulta perfetto sotto ogni punto di vista, che lavora per accumulo fino all'ultima scena.
Unica pecca dell'edizione che possiedo ( quella uscita come allegato a Ciack lo scorso anno ) è l'audio italiano, mono 2.0 che gracchia troppo in alcuni punti, e l'aspect ratio che purtroppo è solo ed esclusivamente in 4:3.
Interessante però il secondo disco, che contiene un documentario realizzato dalla BBC nel 2004 che racconta l'odissea di produzione, con un Orson Welles che non contento dell'ingaggio, si rese introvabile e pretese di avere un controllo rigidissimo su ogni aspetto del film, riscrivendo buona parte dei suoi scarni dialoghi e operando imposizioni sulla regia non indifferenti.
Un perfetto capolavoro del cinema noir.
Andre.!
Diciamocelo subito: questa roba era orrenda e senza senso ed è rimasta tale fino al 1997, quando Mr.Warren Ellis se ne interessò, trasformandola in uno dei prodotti più innovativi del decennio scorso.
StormWatch era ora diventato un fumetto in cui si discutevano le dinamiche del potere e la corruzione fisica e mentale che il potere comporta, affrontava minaccie terroristiche di portata mondiale, perfettamente calate nello spirito del tempo dell'epoca, tra paure di fine millennio ed espansione del campo scientifico e tecnologico, paranoia del controllo e del terrore che esso può generare.
Anche graficamente, questo periodo di StormWatch risulta forse essere il migliore in assoluto, grazie ai contributi di Tom Raney, Brian Hitch che inizierà a farsi un nome proprio su questa serie e Chris Sprouse.
Quando Ellis abbandonò la serie alla fine degli anni '90 per far nascere dalle sue ceneri Authority, StormWatch si concluse con la morte di buona parte del cast per mano di un nutrito gruppo di Aliens ( sì, quelli cinematografici) che invasero la stazione spaziale e la fecere esplodere.
Grazie all'effetto Authority, venne rilanciata successivamente all'inizio del 2000 con il tanto in voga allora "stile widescreen": StormWatch: Team Achilles era ora diventata una sezione di pronto intervento terrestre sotto egidia ONU che si occupava di dare la caccia e prevenire lo sviluppo postumano a suon di proiettili.
Forse è più interessante notare come questa serie sia ricordata per il caso che genero' nell'ambiente quando si scoprì che il suo scrittore spacciandosi per un ex soldato dei reparti speciale del corpo dei marines, sia risultato in realtà un millantatore e di conseguenza cacciato a calci in culo.
Il primo decennio del nuovo millennio sta volgendo al termine ed il parco testate della WildStorm ha bisogno di nuovo smalto, ed ecco quindi che arriva il WORLDSTORM, diretta conseguenza della miniserie Armageddon con protagonista Capitan Atom che si ritrova catapultato nel WildStormverse e di cui si appresta ad esserene la fine.
Il tentativo, interessante come presupposto, si rivela essere nulla più che un banale azzeramento di continuity, che cancella in pratica tutto il lavoro svolto nei 10 anni precedenti e riportando il cosmo WildStorm al 1992, risulta però fallire in partenza perchè molte serie annunciate durante questo reboot, non hanno mai visto la luce ( Wildcats di Morrison /Lee, Authority di Morrison/Ha non sono andte oltre il secondo numero in tre anni ).
Il che ci porta dritti dritti all'attuale " StormWatch : Post Human Division "; ora siamo di fronte ad una squadra di polizia post umana, che agisce secondo leggi molto aderenti a quelle effettivamente in vigore tra le forze dell'ordine, ma che non disdegna di giocare sporco quando il caso lo richiede.
Bella la trama e caratterizzazione dei personaggi ad opera di Christos Gage, famoso come sceneggiatore televisivo del serial Law&Order e dei suoi spin-off, e disegni grezzi e ripugnanti quel tanto che basta ad opera del bravissimo Dough Manke, già autore di gioellini come The Mask per la Dark Horse e Major Bummer in casa DC.
Pur risultando già sorpassato per certi versi dagli eventi del cosmo WildStorm, dopo le miniserie " Number of the Beast " e " World's End " che stanno sconvolgendo le testate americane in questo periodo, StormWatch: PHD " risulta essere una piacevole e divertente lettura, che coniuga molto bene azione e leggerezza, mantenendo viva l'attenzione del lettore.
Andre.!
Dato che la tv italiana è la peggiore del mondo, ormai non facciamo altro che trasmettere merda a buon mercato che piace allo spettatore medio, il quale, non avendo una vita propria, si diverte guardando i reality, le trasmissioni scandalistiche e melodrammatiche, le televendite dove tutto, dal divano letto alla cassaforte da muro, ti viene inviato in piccolo imballo perchè è gonfiabile e senza spese di spedizione se paghi con carta di credito,o nella migliore delle ipotesi quelle sportive, in un sadico gioco al rincoglionimento totale.
Ogni tanto però, di solito a notte fonda, capita che qualche mente illuminata riempia due ore di palinsesto con film come quello qui accanto.
E' capitato ieri sera, rientrato verso la 01.30 da una visita ad amici; accendo la tv e vedo che su RaiUno sta iniziando un film, di quelli che passano tutti i sabati notte dopo la 1.00, e con mia grande sorpresa scopro che si tratta di " Una canzone per Bobby Long ".
Non voglio stare a disquisire sulla trama, perchè fondamentalmente ha un plot piuttosto inflazionato, ma mi limito a dire che si tratta di un grande film dolceamaro, girato con uno sgurdo dolorosamente leggero al mondo dei ricordi e del passato, interpretato da un John Travolta vecchio, alcolizzato, imbolsito, struggente e doloroso, tra una citazione e l'altra dei grandi scrittori del '900 alla disperata ricerca di una vita perduta che poteva essere... semplicemente da oscar.
Forse come non mai, Travolta raggiunge vette recitative degne dei più grandi attori che la storia del cinema abbia avuto il privilegio di vedere, che lo confermano un attore troppo sottovalutato rispetto al suo reale valore.
Accanto a lui Scarlett Johannson, attrice brava e bella ma che personalmente non riesco ad apprezzare, rende molto bene e con la giusta convinzione una giovane runaway in cerca forse del suo futuro e destinata a trovarlo nel suo passato; Gabriel Match, straordinario nella parte del amico/pupillo/contraltare di Travolta, tutti immersi nei grandi ed ampi spazi della Luisiana, fatti di case coloniche dai bassi tetti sovrastate da cieli celestialmente blu pervasi dal suono jazz di chitarre, sassofoni e trombe.
Un film in realtà molto piccolo, che lascia un senso di grandezza eterna.
Andre.!