venerdì 23 novembre 2007

L'Eredità di Luther Arkwright


A pochi giorni dall'uscita del tanto agognato ( da qualcuno, almeno...) tomo secondo di Cuore dell'Impero di Bryan Talbot ( che purtroppo a LuccaComics quest'anno mi è sfuggito...:(... ), per Comma22, ecco un piccolo ricordo di come entrai in contatto con questo autore la prima volta.


Nel 1993 mi recai nell'edicola in cui ero solito comprare le tonnellate di fumetti che oggi ricoprono le pareti del mio ex studio a casa dei miei genitori, quando mi imbattei in uno albo di cui non avevo mai sentito parlare fino a poco prima, edito da uno sconosciuto editore bolognese; era un albo di 64 pagine patinate in bianco e nero racchiuse da una copertina in cui un uomo dai capelli bianchi con gli occhialetti tondi alla Lennon fissava il lettore, mentre alle sue spalle si apriva uno scenario che poteva essere Mosca, i cui cieli tersi ed ampi venivano solcati da una strana aeronave rettangolare mossa da eliche.

Che cosa bizzarra, pensai lì per lì...però il tizio ha un qualcosa di affascinante nel look! Magari è una cosa tipo Vertigo e quindi ci vado a nozze!!


Un rapido scambio di battute con l'edicolante ( Andrea, il Melone Meccanico, grande appassionato di cinema e comics, nonchè voce solista degli ormai leggendari South-a-Phoss, con il quale poi divenni grande amico anche nella vita...), ma al momento non mi seppe dire molto di più se non quel poco che circolava in giro su questa nuova testata e sul suo editore,Telemaco Comics.


Arrivai a casa, dopo le lezioni, con il malloppo di comics sotto mano ed iniziai a leggerli, come mio solito, da quello che mi interessava di meno a quello che bramavo maggiormente, lasciando da parte come sempre le nuove testate o quelle più bizzarre; iniziando dall'Uomo Ragno,passando per gli Incredibili X-Men, arrivai a DcComics Presenta ed infine a...LUTHER ARKWRIGHT.


Questo era infatti il nome del bizzarro personaggio con gli occhialetti alla Lennon.


Ricordo che era il numero 2 di 4, quindi ci trovavamo nel pieno svolgimento di una storia fantascientifica con pesanti implicazioni socio-politiche non lineare, che spostava la narrazione da un mondo parallelo ad un'altro con una tale scioltezza e vertiginosità da risultare incomprensibile; il disegno realistico poi era in bianco e nero, fatto di un infinito e pesante tratteggio tipico della scuola inglese degli anni 80, ma il vero shock furono i personaggi e le situazioni: una guerra a livello mondiale guidata da un'Inghilterra vittoriana in cui coesistevano aeronavi, supercomputer senzienti, armi laser accanto a divise da ufficiale dell'esercito prussiano etc., sangue vomito e sperma come se piovesse, questo Luther Arkwright del quale non capivo la collocazione all'inteno del racconto poichè esisteva su ogni piano della realtà in cui ci si imbattesse nel racconto e, su tutti, un'eroina russa che sembrava uscita da un western porno softcore anni 70 chiamata OCTOBRIANA che guidava una rivoluzione a livello planetario sul suo piano della realtà alternativa, nonchè l'intero Casato Reale inglese che era parte attiva e centrale del racconto.


Decisamente troppo, per i miei gusti dell'epoca...anzi un incubo vero e proprio. Questo autore, tale Bryan Talbot, che ricordavo piacevolmente per il meraviglioso Sandman Special insiema a Neil Gaiman, doveva avere qualche problema di troppo.


Passano gli anni ed ecco che Luther Arkwright incrocia nuovamente il mio cammino, credo fosse il 1998 o giù di lì, in una delle edizioni più squallide che avessi mai visto del Quark Hotel di Milano, sullo stand di un amico commerciante, questa volta in forma completa, 4 su 4...non riesco a fermarmi e lo prendo nuovamente, stavolta in una versiona brossurata con un fottio di materiali aggiuntivi, contributi, articoli ed interviste e l'introduzione di un certo signore chiamato Alan Moore...chiamalo fato, chiamalo karma, chiamalo destino.


Sindrome di Stendhal. Immediata, fulminante.


Inutile aggiungere altro, se non che ad oggi, dopo quel primo burrascoso ed insostenibile incontro al quale non ero minimamente preparato 4 o 5 anni prima ,con il personaggio e la storia,THE ADVENTURES OF LUTHER ARKWRIGHT condivide lo stesso spazio di Watchmen, Sandman, Elektra Assassins, Dark Knight e Transmetropolitan sullo scaffale di casa e nello scaffale mentale che ho in testa e con il quale convivo ogni giorno; ed il suo autore, BRYAN TALBOT, creatore tra le altre cose di quello struggente capolavoro di lirismo assoluto che è The Tale of One Bad Rat, è diventato uno degli autori che amo ed ammiro e che più ha influenzano il mio modo di scrivere e pensare ai fumetti.


Andre!


Nessun commento: